“… ogni giorno, attraversano e organizzano dei luoghi; li selezionano e li collegano fra loro; ne fanno frasi e itinerari. Sono dunque percorsi spaziali.” Michel de Certeau, L’invenzione del quotidiano
Parжour è un esercizio di indagine dello spazio urbano realizzato attraverso l’uso critico dei più comuni dispositivi mobili e dei sistemi di georeferenziazione ad essi collegati. Aforismi tratti dal Tao Te Ching sono meditati, tradotti e riscritti fotografando e localizzando frammenti delle scritte ed insegne che si incontrano lungo la via. La ricerca delle sillabe con cui riscrivere il Tao costituisce una forma di ginnastica mentale, che permette di inserire all’interno dei percorsi forzati della vita quotidiana uno sguardo interstiziale che ne ridefinisce codici, segnali, topografia.
In questo senso Parжour può essere considerato una sfida agonistica lanciata alle strutture in cui ci muoviamo, una tattica diversiva rispetto alle strategie di pianificazione nei nostri percorsi urbani ed esistenziali. Un gesto atletico attraverso cui riconquistare spazio, praticare un vuoto all’interno della fitta agenda degli impegni (”emploi du temps”).
Le frasi scritte con questa modalità, sono documentate in un looping video, che permette di leggerle rivisitando i luoghi da un altro punto di vista.
Il titolo è una variazione del termine “parkour”, una pratica sportiva che può essere indicata come “l’atto di muoversi da un punto A ad un punto B usando gli ostacoli del percorso per aumentare la propria efficienza”. Il nome proviene dal francese “parcours” che significa “il percorso”, “la via”, nella stessa accezione del Tao. Tuttavia la sostituzione della K centrale con la Ж (la “zhe” dell’alfabeto cirillico, che si legge come la “J” francese) ne addolcisce la pronuncia, che diviene “parjour” e riflette l’idea di vagabondaggio, flâneurie.
Il Tao (“la via”) è stato scelto per creare una tensione fra l’agonismo estremo del parkour, ed il passo lento, per sottrazione, a cui induce l’antico testo cinese. Quest’ultimo, spesso considerato ad un primo livello come testo meditativo per la sua laconicità, ha in effetti come luogo centrale l’arte di condurre le cose efficacemente, ed è quindi anche un libro sul potere. Tradurre il Tao attraverso una pratica come quella suggerita da Parжour è un modo per sottolineare la coincidenza tra poetica e politica.
Parжour è un prgetto itinerante, condotto in varie lingue e paesi:
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